dal 1929
Virtus Pallacanestro è la sola sezione professionistica appartenente alla SEF, punta di diamante della storica polisportiva bolognese.
È uno dei Club più gloriosi e titolati d’Italia, potendo vantare nel proprio palmarès 16 scudetti, 8 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane e sei trofei internazionali (2 Eurolega), oltre ad un settore giovanile d’eccellenza.
Le radici della società risalgono a cavallo del 1930, quando alcuni ragazzi provenienti dal mondo dell’atletica leggera bolognese diedero vita al primo nucleo della neonata Sezione di basket della V Nera.
Il primo campionato di carattere nazionale della Virtus risale al 1934, anno in cui vinse il torneo di 1° Divisione, ottenendo la promozione in massima serie.
Fu nell’immediato Dopoguerra che la Virtus iniziò la sua ascesa ai vertici del basket italiano, dominando la scena con 6 scudetti in 11 anni (quattro consecutivi dal 1946 al ’49 e la doppietta 1955-56): era la Virtus di giocatori-simbolo come Martinelli, Vannini, Ranuzzi, Canna, Rapini e Calebotta; la Virtus che sul parquet della Sala Borsa poneva le basi del “Mito della V Nera”.
Se gli Anni ’60 non portarono gloria alla pallacanestro virtussina, fu con l’arrivo alla presidenza dell’avvocato Gianluigi Porelli e del carismatico coach americano Dan Peterson in panchina che la musicò cambiò drasticamente. Il nuovo Palazzo dello Sport di Piazza Azzarita divenne il Madison che riportò in auge la V Nera, con la vittoria della Coppa Italia nel 1974 e, soprattutto, dello scudetto nel 1976, grazie alle magie dei vari Caglieris, Driscoll, Bertolotti, Serafini e Bonamico.
Lo stesso Terry Driscoll, in veste di coach, riuscì poi a centrare nuovamente lo scudetto nel biennio 1979/1980 – quando in campo comandavano talenti stranieri come Cosic e McMillian e un giovane Villalta – sfiorando anche la prima Coppa Campioni nel 1981, persa in finale dal Maccabi.
A chiudere una decade prestigiosa ci pensò poi Alberto Bucci, che con la conquista del decimo scudetto (1984) permise al club di fregiarsi della stella d’oro sulle canotte.
Gli anni ’90 rappresentano l’epoca più gloriosa della storia Virtus, con Alfredo Cazzola presidente e il collaudato duo Bucci–Messina a darsi il cambio in panchina.
Dopo la prima affermazione internazionale (Coppa delle Coppe 1990), per lo squadrone bianconero arrivarono 4 scudetti (1993-95 e 1998), 1 Supercoppa Italiana (1995), 2 Coppe Italia (1997-1999) e l’Eurolega 1998.
Furono i trionfi di Brunamonti, Binelli e dell’asso serbo “Sasha” Danilovic, icona intramontabile del famoso “tiro da 4”. Furono gli anni dei derby infuocati con la Fortitudo, anni di campionissimi come Abbio, Nesterovic, Rigadeau, Savic e Sconochini.
L’apice di quest’epoca d’oro impareggiabile si avrà nel 2001, con la conquista del Grande Slam cestistico, punto più alto della storia virtussina, quando il mondo intero poté ammirare la straordinaria ascesa di un certo “Manu” Ginobili, ben supportato in campo da campioni del calibro di Jaric, Smodis e Griffith.
Dopo la scorpacciata di trionfi, il nuovo Millennio ha portato in dote un fallimento scongiurato (con Claudio Sabatini come patron la Virtus è riemersa dal baratro con nuovo slancio, riconquistando in fretta posizioni di vertici), una finale scudetto (2007) e un nuovo trofeo internazionale (EuroChallenge 2009).
Tra alti e bassi, la Virtus ha assaporato anche la retrocessione sul campo nel 2016 – la prima della sua lunga storia – uscendone ancora una volta a testa alta, riconquistando subito la Serie A1 e ripartendo su basi ancora più solide con la nuova proprietà targata Massimo Zanetti.
Con la vittoria della Basketball Champions League 2019 – due mesi dopo la scomparsa del presidente e uomo simbolo Alberto Bucci – i bianconeri hanno riaperto la bacheca dei trionfi europei dopo 10 anni, tornando ad affacciarsi con determinazione su palcoscenici importanti.
L’11 giugno 2021, al termine di gara-quattro contro l’Olimpia Milano, la squadra guidata in panchina da Sasha Djordjevic e in campo da Milos Teodosic ha trionfato in campionato, tornando a vincere uno scudetto a ventanni di distanza. Il 16° della storia bianconera.
Un anno dopo, con Sergio Scariolo in panchina, la squadra ha centrato sul campo il ritorno nell’elite del basket europeo, vincendo l’Eurocup e guadagnandosi così l’accesso alla Eurolega.
Dal 2019, Virtus Pallacanestro ha aperto le porte al basket femminile, centrando subito la prima finale-scudetto nel 2022.
Sopra: La squadra del 1° scudetto (1946)
Sotto: Il famoso “tiro da 4” di Danilovic (1998)